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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Il feticismo saturnino di Madonna e il feticismo dolce di Francesco Saverio di Gau




“Preferisco i tacchi alti al sesso, durano di più”
Madonna


· Mia Nonna dello Zen, 1:
Niente di preoccupante. Con l’arrivo della menopausa si passa dalla verticalità del periodo fallico alla verticalità del periodo feticistico.

· Mia Nonna dello Zen, 2:
Madonna è un po’ come il mio discepolo e figlio Francesco Saverio di Gau (non quello di Goa), solo che lei, in più, è stata una Maestra dell’Hung Up:
“Francesco Saverio, prima di diventare maestro di Zen, era un rinomato studioso di matematica. Da giovane faceva conferenze ai suoi confratelli studenti, in Sardegna, e qualche lectio magistralis nel Salento.
Sua madre lo seppe e gli scrisse una lettera:
“Non credo, figlio, che tu sia diventato un maestro di Zen per il desiderio di mostrarti come un grande matematico per gli altri. Vorrei che tu smettessi questa storia delle conferenze. Scegliti un posto sul continente, remoto e bonificato, e dedica il tuo tempo a un mestiere con cui raggiungere la vera realizzazione di te stesso”. Così, Francesco Saverio scelse l’Alto Jonio nella terra del dolore e del sibaritismo, e, per diventare maestro della meditazione, fece il calzolaio fino all’età di quarant’anni.
Il giorno del suo quarantesimo  compleanno guardò a lungo una scarpa di donna col tacco alto e improvvisamente fu illuminato. La madre lo seppe e gli scrisse un’altra lettera:
“Che tu abbia abbandonato il deschetto e la lesina, figlio, per una scarpa di donna(e ancora non sappiamo che donna sia), non mi pare che si possa parlare di illuminazione. Si tratta piuttosto di una fascinazione, di un incantesimo. La scarpa non è un oggetto magico, come la verga; è, sì, un feticcio, ma non si può dire che serva per evocare gli spiriti. Comunque, se sei giunto a un precipizio, e la tigre ti fiuta dall’alto mentre un’altra ti aspetta giù, guardandoti attorno afferrati al feticcio più dolce”.
[da: V.S.Gaudio, Mia Nonna dello Zen,  ©1999]


· Mia Nonna dello Zen, 3:
Posta la durata del tacco a spillo a 2.8 e posta la durata del sesso per attività penetrativa e risolutoria a 0.3, con solo 10 sessi si arriva a 3.0. In tal caso, l’assioma di Madonna è smontato: il sesso durerebbe di più.