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Jack Kerouac "Parrotë" come V.S.Gaudio?

Jack Kerouac sempre a casa con la mamma; V.S.Gaudio quando a casa con la madre a Sant’Arcangelo? Jack Kerouac stava sempre a casa con sua madre. Non era proprio uno da stare On The road. Lawrence Ferlinghetti Un po’ come il nonno del poeta V.S.Gaudio, che, come è stato prefissato nel paradigma esistenziale, doveva essere stato in Argentina, addirittura si poteva dire che fu finanche a Ushuaia, e poi il nipote poeta non lo vide mai nemmeno sul marciapiede di casa in corso Vittorio Emanuele III, tra i civici numeri delle porte 96,98, 100 quando faceva buio anche d’inverno, e 1,3, 5 al mattino anche d’estate. Anche V.S. è un poeta capellone, della Beat Generation, e anche di lui si può narrare che è stato persino a Sant’Arcangelo, il paese del cardinale che fu vescovo di Napoli e famoso per essere stato perseguito dalla Procura di Lagonegro inutilmente per 4 anni, tanto che pare che  Jean-No ë l  Schifano ci abbia ricavato sopra un pamphlet che in Italia non abbiamo potuto legger

IL SALTO DI DIANA vs LA FARETRA DI LYUDMILA KOLCHANOVA




LA FARETRA DI LYUDMILA KOLCHANOVA
di V.S.Gaudio

Arriva un momento radicale in cui si può realizzare la patagonistica nella sua assolutezza anonima, ci si fa “demone meridiano” quando qualsiasi ombra del proprio esserci viene annullata, è come se l’anima passasse al primo verticale del visionatore, questo poeta che sta aspettando che il personaggio facendosi figura passi al suo meridiano.
E’ in questa posizione che Lyudmila Kolchanova “giustifica”, “illustra” ed “esalta” la pienezza che ammette ogni abbandono, è come se fosse il sole nella sua posizione più elevata,non c’è ombra e la forma e lo spirito,l’anima, sono esorcizzati, c’è il patagonismo del proprio esserci, l’atleta colpisce al cuore il fantasma del poeta, non c’è nella radice del suo nome(Kolcian:leggi kalcian) la “faretra” di Diana, non ricorda Roger Caillois che i contadini chiamano quel demone di mezzogiorno delle credenze medievali russe Diana, chiamata Dzewana, per il rinvio a Giove, e Mazyana, per Marte, che, se andate a vedere, quando la Kolchanova immobilizza il vostro demone al meridiano stavano passando proprio Giove e Marte, i vettori della “giustificazione”, della “illustrazione” e della “esaltazione” per farsi “attrattore” fuori del comune, per svelare e circoscriverlo il segreto che è sempre quello dell’artificio: la Kolchanova così appare, nella sua evidenza folgorante, fa irruzione, è il luogo del nostro segreto, di tutto ciò che in noi non è nell’ordine della verità, è il luogo di chi ci sfugge, attraverso cui noi sfuggiamo a noi stessi, l’altro radicale che detiene in un solo istante tutto ciò che non ci sarà mai dato di sapere. E’ per questo che, come Atteone, sarà meglio non guardarla a lungo, cosicché non possa accorgersene e trasformarci in animale e lanciarci contro la muta dei cani al pasto?
Lyudmila Kolchanova è una longilinea quasi mesomorfa, ha in verità un indice costituzionale al di sotto di 50, che è quello da cui comincia lo stato mesomorfo, ma, in posizione nomale ed eretta, non lo raggiunge, lo assolutizza nella posizione radicale in cui il visionatore-Atteone la sorprende e la viola, quando la sua inafferrabilità si fa superba impassibilità, se potreste prenderle le misure in quella posizione son sicuro che avrebbe l’indice del pondus pari esattamente a 20. Perché? Perché 20 è il limite da cui comincia il valore “alto” del pondus, dopo la forchetta decrescente 26-21 che è il pondus “medio-alto”, c’è la forchetta 20-12 del pondus “alto”, che, in una longilinea ectomesomorfa, è quello del patagonismo assoluto.
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