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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Il complesso di Isacco e l'oggetto alfa-Marrebecca


Il complesso di Isacco

di Luca Baiada

C’è qualcuno, al mondo,  che non si senta in colpa?
Non c’è una colpa di qualcuno, che non sia un affare per qualcun altro.
E la colpa stessa di esistere? E il complesso di Edipo?
Sta scritto: “Isacco introdusse Rebecca nella tenda di sua madre Sara, la prese, divenne sua moglie e l’amò. E Isacco trovò conforto dopo la morte di sua madre”.
Che intende dire?
Che se il complesso di Edipo l’avesse trattato per primo un medico greco, invece che un medico ebreo, l’avrebbe chiamato complesso di Isacco. Per quanto il mondo sia piccolo, i complessi sono sempre a casa d’altri.
[da:  Luca Baiada, Intervista sul Golgota, “Il Ponte” n.4, aprile 2012]


L’oggetto α e il canale kleiniano del Marrebecca nel complesso di Isacco

di  v.s.gaudio
L’oggetto a, va da sé, l’avremmo però chiamato, essendo in Magna Grecia, oggetto α(alfa )che, come quello di Lacan, tra relazione sessuale, pulsione e status autoerotico, avrebbe comportato anche la ridefinizione dell’oggetto “buono” e dell’oggetto “cattivo” di Melanie Klein.
Sta scritto: “ Isacco, dopo aver preso a più riprese l’introdotta Rebecca nella tenda di sua madre Sara, tanto che Rebecca nel costituirsi come oggetto fu irrorata da tanti diversi oggetti parziali e la sua forma (a) modellata sulla propria costituzione divenne, tra oggetto scelto per appoggio e oggetto scelto per narcisismo, la Sarabbecca, che, un po’ “buona” e un po’ “cattiva” come la Marrabbecca, fu il feticcio, o l’oggetto parziale, della libido di Isacco, tra blow-job, nuoto a rana e balia nel canale kleiniano del Marrebecca”.
Vennero poi filologi a spiegarci che il Marrebecca, avendo in sé il ρεμβ.ος, se non lo schema verbale ρέμβομαι, sarà per questo che nel complesso di Isacco  l‘agente “vada errando”, “vaghi” e “si aggiri”: la pulsione lo fa “incerto”, “indeciso”, “agitato” e nel canale kleiniano di Marrebecca l’oggetto α erra.
E poi ne vennero altri che, commutando la vocale di “Marrebecca” in “Marrabecca”, vi videro l’etimologia da ραββι  o ραβδος e “o mio maestro”(dal Nuovo Testamento, ραββι )sarà tutto “bastone del comando”, “scettro”, “asta”( ραβδος ) o “colui che ha le verghe” o è “armato di verghe”( ραβδο).
Ignorando quelli che, presi dal feticcio della Sarebecca, aggiunsero “carne” e “corpo”(=σαρξ, σαρκός) alla faccenda e quegli altri che con σάρ.ον, beh, che dire?, chiusero di brutto la faccenda degli oggetti parziali e dell’oggetto α, essendo “scopa”(Plutarco).