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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Bridget T., 4 • La riga dello sguardo



la riga dello sguardo



Bridget T. alla Henley Regatta in tribuna vuole essere fotografata
perché non potendo conseguire il suo senso
non vuole riflettersi:
è lì che vuole essere colta direttamente, violentata lì per lì, illuminata nel dettaglio, nella sua qualità frattale di Tigre del Thames.
Si sente che vuole essere fotografata, vuole divenire immagine per il poeta, non per durare, almeno quando è lì all’Henley Regatta il 7 luglio 1984, al contrario entra nell’obiettivo del fotografo per meglio sparire:
gode della propria assenza, quel suo sguardo di fanciulla e di tigre, del Thames e dell’Henley Regatta, della riga e del meridiano, è da lei esorcizzato, da lì lei si è ritirata,
come soggetto si è interrotta
nella trama stessa dei dettagli che la fanno oggetto,
in quelle linee, in quegli angoli,
i punti e i triangoli della sua faccia,
quella luce, la disseminazione delle “freekles” su una linea, una riga, una rigata del capriccio, ancora tra l’occhio del Thames e l’occhio della Tiger e il naso felino,meridiano della tenerezza stroke sulla bocca scalmiera,
tutto in uno stroppo, un anello che assicura l’eretismo perpetuo della libido allo scalmo, il supporto di pelle, che è il suo piccolo viso dell’erezione,
lo scalmo(che è il supporto di ferro che regge il remo) è il suo piccolo viso, in cui i vestiboli tutti, dagli occhi al naso alla bocca, fanno uscire dal rettangolo lo stroppo che aggancia il fallo;
in questa sospensione dell’esserci si spezzetta il senso della Henley Regatta e si ingrossa
il senso di Bridget T.,
la sua istantaneità artificiale
in questa immagine pura del suo esserci,
“quella fotografica è la più pura delle immagini”[1]
perché nella foto il tempo non è simulato né il movimento, l’intensità proporzionale alla sua discontinuità e alla sua astrazione massimale, denega il reale
perché come soggetto Bridget T. non ha peso, né rilievo, né profumo, né continuità, né senso,
disincarnandosi ha il fascino che è il suo punctum-Tigre, medium della pura oggettualità, che, al momento culminante nella libido del visionatore, sarà così trasparente da formalizzare una seduzione sottilissima,
che indurrà il poeta ad aggiungere di nuovo tutte le dimensioni costituzionali del suo esserci disincantato, a una a una, il rilievo, il movimento, l’emozione, il pathos, il Thames, l’Henley Regatta, il senso, il desiderio
per renderla più reale, cioè più simulata.
La paglietta,nella vertigine del dettaglio perpetuo, per come fa ombra sullo sguardo-Thames della tigre fanciulla, è the last straw, l’”ultima,l’estrema paglia”, ovvero è il colmo ;
come dicono le londinesi, anche le giovani maidens che studiano a Cambridge,”That’s the last straw!”[“questo è il colmo”]:
il colmo della riga dello sguardo,
che corre sull’orizzontalità liquida della race, e quindi della gara, e della gora,
un semplice straw hat che, nella vertigine del dettaglio, è la paglia che colma la misura, la paglia della libido che, laddove si corre sull’acqua, non può che essere goccia
ma che qui, per il visionatore, fa traboccare il vaso.
La paglietta del Thames, the straw of Thames, è il colmo, the last straw, la goccia che fa traboccare la libido.
Un vero colpo da tigre del Tamigi,
col Washington-Stroke di Bridget T., che, appunto,
con la paglietta che fa T-square[la squadra a T]con il naso,
fa “to a T” alla perfezione al tempo in cui lei è turned on[accesa sessualmente], al tempo in cui è twat o è tail
per il tool nel time  del poeta.



[1] Jean Baudrillard,L’esotismo radicale,in.: J.B.,La trasparenza del male,trad.it.cit.:pag.168.


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