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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Bridget T., 10 ● La tigre pathamica



 L’arcus maculato dello Zahir: 
Ajnos vs Bonheur
L’angolo esterno tra il sopracciglio sinistro e il coin della palpebra superiore e inferiore è visibile come lo Zahir[1]: è l’angolo ottuso, come se fosse la carezza estesa della palpebra, questa carne del palpare, che ha la stessa etimologia di palpebra e quindi di pălpere, questa carne che ottunde la lusinga, palpebra del desiderio, che accarezza, studium palpator, battito di carne immobile, palpito, guizzo della libido,”ossimoro” di genere: palpebra-palpamen, dal femminile di “palpebra” all’azione neutra della “carezza”, palpamen se non “palpamentum”, per come figurativizza lusinghe e blandisce, esca della luce, della carne e dell’acqua, di cui è specchio, per la macchia liquida, macula fluente che macula l’iride, arcus maculato o arcus lustralis tigris.
Palpebra-palpamen, dunque, come punctum di questa libido tigris, un po’ come la densità di kurden ma piuttosto come il “gonfiore dello stretto arco di carne tra la cresta delle sopracciglia e la palpebra superiore”[2], traccia del turgore della libido, il rigonfiamento dell’esotismo di Faunia Farley, il personaggio di Philip Roth de La macchia umana che, come ogni vera donna, in un contesto delimitato, sente, percepisce la “forza del cazzo”[3]; non a caso chiamata “faunia” avendo questa “libido tigris”, questo bagliore dell’istinto somatizzato proprio nella regione solare del senso ottuso.
Nicole Kidman è Faunia in "The Uman Stain",
il film  del 2003 diretto da Robert Benton, tratto dal romanzo di Philip Roth
Ma se in Faunia il punctum-palpebra va codificato in interazione con le labbra sottili e un naso diritto per darle la potenza insostenibile della libido, in Bridget il punctum-palpebra deve essere visto in relazione alla diagonale che, dall’occhio, dalla macchia dell’occhio e dal turgore delle palpebre, finendo alla piega, al coin destro, della bocca, taglia, segna, bagna il naso, la bouche entrouverte che rende il tratto sottonasale specchio della “tigratura” che lampeggia dall’occhio.
La bellezza dei nomi naturali è che hanno sempre un significato segreto che, una volta illuminato anche parzialmente, un bagliore o un battito di ciglia, li innalza alla rettitudine dei soprannomi:se per la “Clairwil” di Sade, Barthes vede “il chiaro volere della libertina più intrattabile” enunciarsi attraverso la vocale più acuta, per Faunia il turgor tigris è segno inequivocabile della sua libido implacabile e indecente, tanto che per Bridget T. il palpebra-palpamentum è il segno sovrano di un ponte che connette tutto il paradigma estremo di questa libido ad elevata effervescenza di testa[4], questo arcus lustralis, questo ponte che macula e sprizza, condensazione dell’acqua e dell’occhio,del farsi vedere e del farsi vogare, immobilizzazione della passata in acqua: T. è Thames, T. è Tuesday, T. è la parte araba della temptation, e T. è la Tiger, la Temptress, the tempter, la seduttrice, il tentatore, T. è turned on, twisted, twat, tail, tool e Bridget T. è dotata di ponte per Tool, il cazzo, T. è tochis, tokkis, tuchis, tokus, tactus, T. è toolshed, T. è la tenerezza tattile, l’artiglio-carezza del conno-thames, T. è la Tigre del Thames.
Bridget T. è, nella rettitudine dei soprannomi e la bellezza dei nomi, il ponte della Tigre del Tamigi, è l’immagine somatica di questa Tigre sul ponte di Henley in quel mezzogiorno del 7 luglio 1984.
Inesorabile oggetto, che rende il momento della libido alla vertigine dell’esserci, precessione di quelle determinazioni venute da un altrove, a Henley nell’84 il 7 luglio,indecifrabile e inesorabile, nella sua istantaneità artificiale che detiene in un solo istante tutto ciò che non mi sarà mai dato di sapere, luogo e momento del mio segreto,luogo che mi sfugge attraverso cui io vogando sfuggo a me stesso.
Bridget T. è questa Tigre del Tamigi che fa da ponte tra l’artificio della sua apparizione e la mia libido che trascende longitudine e latitudine.
Una tigre pathamica più che patagonistica come vorrebbe Baudrillard, la tigre della patafisica on Thames.
Figura 2. Il punctum di Bridget
 
Figura 1. Il Rettangolo di Bridget




[1] Cfr. l’ ”inquietante oscurità nella dura piattezza del suo sguardo” di Faunia Farley, in : Philip Roth, La macchia umana, trad.it. Einaudi Tascabili, Torino 2004: pag.55. Vedi anche la nota 10 in : V.S.Gaudio, Aurélia Steiner de la Piedra. Aurélia Steiner de Buenos Aires, in : V.S.Gaudio, Aurèlia Steiner. La langue toquade, © 2004: “Lo Zahir è come l’Unheimlich, la Tigre, l’apparizione, il simulacro, l’immagine, la densità estetica di Milan Kundera.(…) Lo Zahir è il Mana,”fortissimo”, l’Orenda, “terribile”,”potente”, è Manitu, Mulungu, Ajnos, che è “terribilmente”,”molto”, “assai”, Bonheur, il Vakanda dei Sioux, il grande spirito, il Brahman, l’”indicibile”, il “sorprendente”, das Schaudern, il “brivido di meraviglia” di Goethe, la divinità momentanea di Cassirer”.
[2] Philip Roth, ibidem.
[3] Philip Roth, trad.cit.:pag.34-35.
[4] Cfr: Roland Barthes, Il desiderio di testa, in: R.B.,Sade II, trad. it. cit.: pag.157.

Figura 4. Il punctum T
Figura 3. L'altezza del Sole e della Luna


MCon l’ultima puntata di Bridget T. si svela l’Herkunft della foto-base riducendo così, o annullandolo del tutto, il potenziale Heimlich di questo oggetto a del poeta o del visionatore che sia: la foto è di un fotografo sportivo, Beppe Briguglio,  presa e data per un servizio sulla Regata di cui trattasi nel nostro testo fatto in “Master” n.23, settembre 1984: pagina 94.