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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Quelle che La Gioconda™…│9

Maris'Aino
Il pittorico, a voler parafrasare Barthes, è diverso dalla pittura:”se il filmico non può essere colto nel film ‘in situazione’, ‘in movimento’,’al naturale’ ma solamente, ancora, in quell’artefatto maggiore che è il fotogramma”[i], allora il pittorico si offre come il dentro della pittura, del quadro, come il “centro di gravità” di Ejzenstein, che è all’interno del frammento, negli elementi inclusi nel fotogramma.
Il centro di gravità, in Monna Lisa, o il pittorico, è tutto nel personaggio che non fa staccare dall’immagine chi guarda.
Il pittorico,come il fotografico, ha sempre un certo significante di deplezione che, badate bene, non si esprime come parte essenziale,marcata, e quindi fisiognomica, in un ritratto, ma si insinua come l’ombra, una sorta di accento dell’ombra che turba, inquieta gli Indicatori Globali Denotativi, cioè l’Iconicità e la Pregnanza, del personaggio raffigurato(o in rappresentazione).
Il pittorico, così costituitosi, è una sorta di fuori-sintagma dell’Unheimlich:
il non c’è del paradigma apatico, che avrebbe dovuto rimanere segreto, nascosto, è, invece, affiorato, è il fuori-sintagma che col suo addensarsi “annuvola” la corporeità, l’evidenza, del godimento
come un cirro, se è un fuori-sintagma alto,
o come uno strato, un cumulo, se è un fuori-sintagma basso.
Va da sé che il fuori-sintagma alto ha un paradigma sì più limpido ma anche più inafferrabile e forse più inquietante;
il fuori-sintagma basso ha un paradigma più coperto, meno trasparente ma anche più corporeo, più iconicamente plumbeo.



[i] Roland Barthes, L’ovvio e l’ottuso,trad.it. Einaudi,Torino 1985:pag.60.
V.S.Gaudio
La Gioconda
la battana n. 191
rijeka  gennaio-marzo 2014