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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Familiarità

Non posso fare a meno di sentire una certa familiarità verso i brasiliani. Forse anche perché mio nonno era portoghese. Quando qualcuno mi chiede perché voglio sempre tornare in Brasile, rispondo che in parte è perché il paese è davvero immenso, ancora selvaggio, e a volte mostruosamente bello; ma soprattutto perché lì mi sento più a mio agio tra la gente.
John Dos Passos
(Sulle vie del Brasile, trad.it. Donzelli, Roma 2012)
Sulle vie del Brasile

Mia Nonna dello Zen
Anch’io non posso fare a meno di sentire una certa familiarità verso gli albanesi. Forse anche perché mio nonno era italo albanese. Quando qualcuno mi chiede perché voglio sempre tornare in Albania, rispondo che in parte è perché il paese non poi tanto immenso ed è ancora selvaggio, meglio della Calabria, ma soprattutto perché lì, lo sento, c’è qualcosa, un pezzo di terra, almeno, che mi appartiene.